Epilogo

Alcune persone mi hanno detto che la valigia è riapparsa a Chiasso. Stamattina sono andato a cercarla. Dentro ho ritrovato tutto quello che ci avevo messo dentro. E questa lettera.

Caro Michel,

la valigia l’ho presa io. Ti ho visto per caso dormire su quella panchina, dopo tanti anni che avevo smesso di cercarti, e non ho potuto fare a meno di pensare a qualche forma di vendetta. Solo, non volevo svegliarti. D’altra parte anche tu, quando te ne sei andato da casa nostra, ti sei premurato di lasciarmi dormire.

Ho passato anni a chiedermi se avrei dovuto ringraziarti, per quell’ultima piccola attenzione. Oppure se al contrario è proprio per quella che avrei dovuto odiarti; per quell’ennesima occasione di prenderti le tue responsabilità che hai mancato.

Non ho mai trovato una risposta, a questa domanda. Forse l’hai trovata tu, adesso che io ho fatto lo stesso con la tua valigia. Mi rimproveravi spesso di trattare le cose, le piante, gli animali, come se fossero delle persone. Di dargli attenzioni inutili, di parlargli come se potessero sentirmi, capirmi. Ma altri trattano invece le persone come fossero valigie. Non so cosa è peggio.

Ad ogni modo le piante stanno bene. E i soprammobili ti salutano. Gli manchi. Ogni volta che esco di casa da sola. Ogni volta che da sola rientro.

Buona vita solitaria,

Catherine

2 Responses to Epilogo

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